L’importanza dell’intimità familiare

31 Ottobre 2019

Mamma Luigina è arrivata qui in Casa dei Gelsi dopo un periodo di assistenza domiciliare, fatta di visite periodiche che nel tempo si sono dovute intensificare dato il graduale peggioramento della situazione: l’esperienza si era rivelata positiva, grazie anche al del medico che l’assisteva, una persona “serena” che fin da subito ci aveva trasferito simpatia e sollievo, nonostante il carattere un po’ ruvido di mamma, che cercavo di stemperare per il benessere di tutti, in particolar modo dei volontari, persone verso le quali provo una profonda stima.

L’evolversi della situazione ad un certo punto ha richiesto il trasferimento qui nella Casa dei Gelsi dove il primo impatto, almeno per me, non è stato semplice perché non conoscevo la struttura e la sua organizzazione: ma grazie all’accoglienza e all’aiuto di tutti, nel giro di 24h ogni difficoltà è stata superata. A mio parere, Uno dei punti di grande vantaggio dell’Hospice è la possibilità di stare in una camera singola, solo per noi, dove si può mantenere l’intimità familiare.

La mamma qui sta bene, mi dice sempre che “sono tutti bravi, gentili, mi trattano bene”: ed in effetti la vedo tranquilla. Grazie alle cure che riceve si sono ridotti gli episodi acuti di dolore e questo, unito ad una cucina che apprezza, le permette anche di mangiare meglio.

Essendo mamma una persona sensibile, che ama l’arte e le piante, in questo ambiente bello ed elegante è come se stesse in una dependance di casa: infatti non mi chiede di tornare a casa, come succedeva quando stava in ospedale.

Le ho portato un bel orologio e nei prossimi giorni le porterò delle stampe da casa, che le piacciono tanto. Inoltre nella stanza le ho messo anche del rosmarino e della lavanda raccolti nel giardino quando usciamo: stare fuori all’aperto, in questo bel parco, la fa sentire meglio perché si sente in un contesto di armonia.

La sensibilità delle persone che ci circondano ci sta aiutando veramente tanto a sentirci accompagnate in questo percorso doloroso e di questo vi ringrazio molto, anche a nome della mamma.

 

Carla e Luigina
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Sapere che non ha chiesto di tornare a casa, come avveniva in ospedale, è la frase più bella che potevate regalarci. Grazie da parte di noi operatori di ADVAR

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