Le stelle e i desideri.

San Lorenzo, io lo so perché tanto

di stelle per l’aria tranquilla

arde e cade, perché sì gran pianto

nel concavo cielo sfavilla.

[“X Agosto” di Giovanni Pascoli]

 

Ogni anno, nella notte del 10 agosto, migliaia di persone passano alcune ore con gli occhi rivolti al cielo: si dice che sia la notte delle stelle cadenti. Effettivamente, tra il 10 e il 12 agosto, quando l’orbita della Terra incrocia quella della cometa Swift-Tuttle, si possono vedere i grani di polvere seminati da quest’ultima bruciare, entrando nella nostra atmosfera, lasciando nel cielo una scia luminosa. I cattolici identificano questo fenomeno con “le lacrime di San Lorenzo”, che secondo la tradizione fu arso nella graticola, per editto dell’imperatore romano Valeriano (258 a.C.).

Anche per Giovanni Pascoli si tratta di un “pianto di stelle” rivolto ai dolenti. Nella poesia X Agosto viene fatto esplicito riferimento al padre ucciso violentemente mentre rientrava a casa, quando il poeta aveva 12 anni. Con questi versi, Pascoli ci comunica che il male e il dolore sono allo stesso tempo personali e universali: soffrono tutti gli esseri viventi e la natura stessa. In questa condivisione del dolore, tuttavia, si può scorgere un invito alla solidarietà universale.

Il cielo, ed in particolare le stelle, sono sempre state un elemento d’ispirazione e confronto per l’essere umano. Anche Chester Bennington Frontman dei Linkin Park, un uomo dalla vita travagliata e da sempre in lotta con i propri demoni, andatosene nel 2017, ci ha fatto dono di testi che invitano ad affrontare le proprie paure. In una canzone del suo ultimo album, Chester urlava così al mondo: “A chi importa se un’altra luce (tra milioni di stelle) si spegne? Beh, a me importa”.

Ed è proprio con queste parole che una donna ad Orlando in Florida lo scorso anno ha dissuaso dal suicidio un uomo seduto sul bordo di un cavalcavia.

Leggenda vuole che, la notte del 10 agosto, ad ogni stella cadente avvistata – anche se abbiamo capito non trattarsi propriamente di stelle – si possa esprimere un desiderio. Ma che cosa collega le stelle ai desideri? Alcuni si rifanno al termine desiderantes utilizzato da Cesare nel De bello Gallico per definire i soldati che, dopo la battaglia, rimanevano sotto le stelle ad aspettare il rientro dei compagni dispersi. La derivazione etimologica latina sarebbe, dunque, da de sidus, ovvero “avvertire la mancanza delle stelle”, intendendo questo come il trovarsi in una condizione di bisogno. Nell’antichità, infatti, con un cielo coperto da nuvole non si potevano fare divinazioni e profezie e i viaggiatori non erano in grado di orientarsi.

Altri, invece, ritengono che la parola abbia origine in ambito marino: i marinai desiderosi di tornare sulla terra ferma erano infatti soliti affidarsi alle stelle per ritrovare la via.

Anche noi quando perdiamo le nostre stelle di riferimento rimaniamo nella condizione di desiderantes e gli astri rimangono a guardare le nostre brevi vite passare, tanto è lunga la loro esistenza. Forse proprio per questa ragione, spesso, immaginiamo che le persone, dopo la vita terrena, continuino a brillare eternamente nel cielo dove, alzando gli occhi, le possiamo ritrovare.

L’essere umano, sin dall’antichità dunque, ha in qualche modo mantenuto un dialogo aperto con le stelle: guida, fonte di desiderio, destino, influenza nella vita, auto-raffigurazione…

Che cosa rappresentano per voi le stelle?

 

Caterina Zanatta Pivato

Antropologa culturale, équipe di Rimanere Insieme – ADVAR

 

Parliamo insieme di Lasciti Testamentari Solidali.


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